Il potenziale contributo dei suoli antartici alle emissioni di gas serra in atmosfera

I recenti studi condotti sul permafrost nelle regioni sia artiche che antartiche hanno evidenziato come queste aree rappresentino tra i più grandi serbatoi naturali di carbonio presenti sul nostro pianeta. Il graduale ma costante scongelamento del permafrost previsto dai diversi scenari di cambiamen...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: Consoli V., Ruggiero L., Tondello A., Plaza C., Squartini A., Sciarra A., Florindo F., Zaccone C.
Other Authors: Consoli, V., Ruggiero, L., Tondello, A., Plaza, C., Squartini, A., Sciarra, A., Florindo, F., Zaccone, C.
Format: Conference Object
Language:Italian
Published: 2023
Subjects:
Online Access:https://hdl.handle.net/11562/1105888
Description
Summary:I recenti studi condotti sul permafrost nelle regioni sia artiche che antartiche hanno evidenziato come queste aree rappresentino tra i più grandi serbatoi naturali di carbonio presenti sul nostro pianeta. Il graduale ma costante scongelamento del permafrost previsto dai diversi scenari di cambiamento globale può risultare nel rilascio in atmosfera di una grande quantità di gas serra (CO2 e CH4) che, attualmente, non è contemplata negli studi sul clima. Il presente lavoro si inserisce all’interno del progetto SENECA (SourcE and impact of greeNhousE gases in AntarctiCA) che mira a fornire una valutazione delle concentrazioni e delle emissioni di gas dal permafrost e/o derivanti dallo scongelamento degli strati superficiali del suolo. ciò consentirebbe di avere una prima stima dell’emissione di CO2 e CH4 dall’emisfero polare meridionale. A differenza dei permafrost artici, quelli antartici sono definiti deserti freddi, essendo caratterizzati da una superficie non coperta dai ghiacci <1%, dall’assenza di piante vascolari e da concentrazioni di carbonio organico nel suolo estremamente basse. Recenti studi hanno però evidenziato notevoli (ed anomale) emissioni di gas serra anche in tali contesti. Contribuire a comprendere l’origine di tali emissioni, distinguendone l’eventuale contributo biologico (e.g., mineralizzazione della sostanza organica) da fattori di natura fisico-chimica (e.g., dissoluzione dei carbonati) e geogenici (i.e., deep brines), rappresenta il principale obiettivo del presente lavoro. Per rispondere a tale quesito, 66 campioni di suolo sono stati prelevati a diverse profondità da due valli (Taylor Valley e Wright Valley). Il contributo dei diversi pool di carbonio (particolato piuttosto che associato ai minerali) sarà inoltre stimato. I risultati ottenuti aiuteranno a meglio comprendere il contributo dei suoli antartici al cambiamento climatico, ma anche come quest’ultimo a sua volta potrebbe influenzare i pool di carbonio del suolo.