Cambiamento climatico e risorse naturali nell'Artico

L’Artico suscita un interesse sempre maggiore grazie alle vie marittime e alle risorse naturali rese via via disponibili dallo scioglimento dei ghiacci. I numeri sono eloquenti: la rotta che da Tokyo arriva ad Amsterdam percorre 23.000 km via Panama e 21.000 via Suez, che scendono però a 15.500 se s...

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Bibliographic Details
Main Author: Palosaari, Temuu
Format: Article in Journal/Newspaper
Language:Italian
Published: T.wai - Torino World Affairs Institute 2019
Subjects:
Online Access:https://www.ojs.unito.it/index.php/human-security/article/view/3557
Description
Summary:L’Artico suscita un interesse sempre maggiore grazie alle vie marittime e alle risorse naturali rese via via disponibili dallo scioglimento dei ghiacci. I numeri sono eloquenti: la rotta che da Tokyo arriva ad Amsterdam percorre 23.000 km via Panama e 21.000 via Suez, che scendono però a 15.500 se si attraversa il Passaggio a nord-ovest (costa settentrionale del Nord America) e a 13.500 se si seguono le coste settentrionali di Norvegia e Russia. Ciò significa un notevole risparmio in termini di tempo (dai 10 ai 15 giorni), di carburante e di tasse sul passaggio. Forse, però, i dati più importanti riguardano petrolio e gas: l’Artico racchiude il 13% e il 30% delle rispettive riserve non ancora scoperte ma tecnicamente recuperabili. Quando si tratta di politica artica, le parole chiave sono quindi cambiamento climatico e risorse naturali. L’Artico è diventato la nuova “zona calda” della politica internazionale. Nonostante le vaste riserve fruibili presenti nei suoi fondali, però, l’Artico rimane un’area pacifica. “Corsa alle risorse”, “Cold Rush”, e “nuova Guerra fredda” sono titoli accattivanti apparsi spesso tra le notizie dell’ultimo anno. In ambito accademico, però, l’opinione più diffusa e condivisa fra gli studiosi di Artico è che la cooperazione internazionale stia funzionando bene nella regione e che quindi è probabile che essa rimanga stabile anche nel prossimo futuro. Il consenso e la fiducia nella gestione pacifica della questione artica sono sorprendenti considerato il mix tra cambiamento climatico, crescente interesse globale, abbondanza di risorse naturali e maggiore domanda globale. L’Artico può essere infatti presentato come il primo caso in cui la legislazione internazionale sembra effettivamente funzionare in modo efficace. Gli stati che si affacciano sull’Oceano Artico – Canada, Islanda, Norvegia, Russia, Stati Uniti e Danimarca/Groenlandia – stanno mappando il fondale marino al fine di presentare prove scientifiche alle Nazioni Unite. Solo a quel punto la Commissione per i limiti della ...