Unicorni, unicornetti e altre obiezioni alla mitopoiesi della realtà virtuale

È dell’anno scorso il lancio su alcuni mercati dell’Unicornetto Algida, seducente cono glitterato che si promette, in qualche misura, al sapore di unicorno. Pare che, nonostante le aspettative aperte dal rassicurante sito www.bigodino.it, il gelato sinestesico (più che di unicorno saprebbe infatti d...

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Bibliographic Details
Main Author: Bruno Surace
Other Authors: Cristiano Dalpozzo, Federica Negri, Arianna Novaga
Format: Book Part
Language:Italian
Published: Mimesis 2020
Subjects:
Ora
Online Access:http://hdl.handle.net/2318/1757946
Description
Summary:È dell’anno scorso il lancio su alcuni mercati dell’Unicornetto Algida, seducente cono glitterato che si promette, in qualche misura, al sapore di unicorno. Pare che, nonostante le aspettative aperte dal rassicurante sito www.bigodino.it, il gelato sinestesico (più che di unicorno saprebbe infatti della magia di cui esso è portatore) sino ad adesso non sia sbarcato sul suolo italiano. Non di molto tempo prima sono le notizie inquietanti di un sadico gioco online, la cosiddetta Blue Whale, narrata con fare catastrofico da molti media come una specie di versione reale, eppure espletata nel presunto dominio del virtuale (Internet? Il pc? Lo schermo?), di Saw – L’enigmista o simili film. Oggi l’emergenza, da REDCON-1 quale appariva, sembra rientrata. Nemmeno poi così datato è il visionario esperimento Second Livestock (https://www.secondlivestock.com/), secondo il quale è possibile sopperire ai supplizi degli allevamenti intensivi equipaggiando i polli da batteria con visori in stile Oculus Rift, cosicché si pensino (e quindi siano?) razzolanti all’aria aperta. Fino ad ora tuttavia il progetto sembra restare niente più che una goliardata accademica. Cosa hanno in comune questi fenomeni? In primis, condizione accessoria (varrebbe lo stesso, ma non possiamo dilungarci, per il fiorente mercato delle bacchette magiche a caro prezzo che ci “trasportano” da o verso l’universo di Harry Potter, o per l’utilizzo di Game of Thrones per un manifesto propagandistico di Giorgia Meloni), hanno a che fare con un universo che se non è esplicitamente animalesco rimane senz’altro “animaloide”, e cioè parassita dal mondo animale naturale alcuni tratti distintivi per farli propri; secondariamente, condizione necessaria, sono tutti fenomeni che mettono in crisi l’idea stessa del virtuale come ontologia in opposizione al reale; infine, condizione suppletiva ma assai frequente, sono casi di interpolazione fra immaginario, spesso cinematografico, e mondo “vero”. La cifra della contemporaneità postmediale è difatti l’assottigliamento ...