Dai Mari del Nord al Mediterraneo. Il pesce stocco nella cultura alimentare di Messina

L’essenza di Messina è racchiusa nell’antico motto “sciroccu, malanova e piscistoccu”, trinità testimone da secoli della lunga storia della città peloritana e suo genius loci. Lo stretto legame di questo alimento con le vicissitudini storiche della città peloritana offre l’opportunità di ripercorre...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: SCIARRONE, ROBERTO
Other Authors: Giovanna Motta, Sciarrone, Roberto
Format: Book Part
Language:Italian
Published: Nuova Cultura 2016
Subjects:
Suo
Online Access:http://hdl.handle.net/11573/875635
Description
Summary:L’essenza di Messina è racchiusa nell’antico motto “sciroccu, malanova e piscistoccu”, trinità testimone da secoli della lunga storia della città peloritana e suo genius loci. Lo stretto legame di questo alimento con le vicissitudini storiche della città peloritana offre l’opportunità di ripercorre origini e momenti della civiltà materiale nella quale i popoli si identificano. Il Gadus morrhua, merluzzo pescato principalmente nelle gelide acque norvegesi, arriva molto presto in Mediterraneo anche se le notizie sono diverse e contraddittorie, come l’ origine del nome anch’essa di difficile da individuazione, tra stokkfisk delle isole Lofoten in Norvegia, stocvisch olandese, stockfish britannico. Forse la definizione di piscistoccu fa pensare alla prima delle tre dizioni tradotta nel dialetto locale. Di certo, la Storia dice che quel cibo, popolare e pregiato allo stesso tempo, sia arrivato dai mari del Nord, portato dai mercanti che frequentavano le grandi piazze internazionali di Southampton e Anversa (Motta). Il Concilio di Trento che a metà Cinquecento aumenta i giorni di magro pone la necessità di avere a disposizione maggiori quantità di pesce conservato, salato o essiccato, tanto che Fernand Braudel parla di una “rivoluzione del merluzzo”. In realtà, le fonti necessarie allo storico per l’analisi delle società del passato, dicono poco del pesce stocco, specie quelle della città “martire”, più volte distrutta da terremoti e guerre, allora il racconto degli anziani, la loro memoria, può forse aiutare a tracciare i caratteri di un alimento che nel corso del tempo ha sfamato poveri e ricchi.