Carlo Magno e san Giacomo tra agiografia e storia. La tradizione del Codex Calixtinus e il Codex Scardensis

L'articolo prende in considerazione la tradizione testuale del Codex Calixtinus, il più antico testimone del Liber sancti Jacobi, in cui il tema della spedizione di Carlo in Spagna viene unito alla leggenda del rinvenimento della tomba di san Giacomo in Galizia; il re franco viene così celebrat...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: DEL ZOTTO, Carla
Format: Conference Object
Language:Italian
Published: Morcelliana 2015
Subjects:
Online Access:http://hdl.handle.net/11573/781664
Description
Summary:L'articolo prende in considerazione la tradizione testuale del Codex Calixtinus, il più antico testimone del Liber sancti Jacobi, in cui il tema della spedizione di Carlo in Spagna viene unito alla leggenda del rinvenimento della tomba di san Giacomo in Galizia; il re franco viene così celebrato come colui che libera dagli infedeli la via che conduce al sepolcro dell’apostolo. Il Codex Calixtinus si diffuse ampiamente in Europa anche in ‘edizioni ridotte’, come i libelli contenenti singole parti del Liber. Nel Codex Scardensis, un importante manoscritto della agiografia islandese, redatto in Islanda nel XIV secolo e originariamente conservato nella Chiesa di Skard, è dato osservare la presenza di numerosi prestiti letterari dalla tradizione del Codex Calixtinus nella Saga sull’apostolo Giacomo il Maggiore. This article takes into account the textual tradition of the Codex Calixtinus, that preserves the earliest witness of the Liber sancti Iacobi, a collection of homilies and hagiographic texts united to the narrative of Charlemagne’s expedition to Spain. According to the Liber sancti Iacobi, the Frankish king becomes the defender of Christianity, freeing the shrine of the Apostle St James in Galicia from the Saracens. The Liber sancti Iacobi became very popular in Europe, also through abridged versions (libelli). The Codex Scardensis, written in Iceland about the end of the fourteenth century and formerly preserved in the church of Skarð, shows an important collectanea of hagiographic writings in vernacular, and presents many literary borrowings from the Codex Calixtinus in the Saga of the Apostle James the Greater.