La soglia del cambiamento : Immaginari in metamorfosi nel cinema europeo fra la fine degli anni Ottanta e l'inizio del nuovo Millennio

La tesi si propone di individuare le traiettorie e le dinamiche comuni nel cinema europeo contemporaneo considerato in una prospettiva transnazionale, sia attraverso l’analisi del film che prendendo in considerazione le riflessioni apportate dagli studi postcoloniali e dai gender studies (fra gli al...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: De Pascalis, Ilaria Antonella
Other Authors: Pravadelli, Veronica
Format: Doctoral or Postdoctoral Thesis
Language:Italian
Published: Università degli studi Roma Tre 2009
Subjects:
Isi
Tac
Online Access:http://hdl.handle.net/2307/721
Description
Summary:La tesi si propone di individuare le traiettorie e le dinamiche comuni nel cinema europeo contemporaneo considerato in una prospettiva transnazionale, sia attraverso l’analisi del film che prendendo in considerazione le riflessioni apportate dagli studi postcoloniali e dai gender studies (fra gli altri, sono stati affrontati gli scritti di Judith Butler, Rey Chow, Homi K. Bhabha, Stuart Hall, Arjun Appadurai, Gayatri Ch. Spivak, Gloria Anzaldúa, Édouard Glissant). La ricerca si è concentrata soprattutto sul rapporto fra linguaggio cinematografico e la rappresentazione delle teorie dell’identità nell’ambito del cinema europeo, con particolare enfasi sui corpi diasporici e le posizioni di gender; ma anche sulla rappresentazione della famiglia e sulle forme di creazione delle comunità. Infine, si è proceduto con l’analisi delle forme e delle strutture della narrazione e della costruzione spazio-temporale, con particolare attenzione alle database narratives e alle narrazioni modulari. Nella mia ricerca ho affrontato la rappresentazione degli immaginari nel cinema europeo in rapporto ad alcune questioni fondamentali per il pensiero contemporaneo, come il boder thinking, la creolizzazione, la differenza culturale, la sfera pubblica diasporica, i subaltern studies, ma anche la prospettiva transnazionale, la Feminist Film Theory e i gender studies. Di conseguenza, ho cercato di sottolineare la convergenza avvenuta negli anni Novanta fra i cambiamenti nella riflessione teorica, nella cultura, negli immaginari, nelle rappresentazioni e nel linguaggio cinematografico. Ho analizzato in particolare film come “My Beautiful Laundrette” (Stephen Frears, UK, 1985) e “Young Soul Rebels” (Isaac Julien, UK, 1991), ma anche “Lola corre - Lola Rennt” (Tom Tykwer, Germania, 1998), “About Adam” (Gerard Stembridge, Irlanda, 2000), “Cold Fever - Á köldum klaka” (Friðrik Þór Friðriksson, Islanda, 1995), “Tic Tac” (Daniel Alfredson, Svezia, 1997), “Lamerica” (Gianni Amelio, Italia, 1994), e “Pane e tulipani” (Silvio Soldini, Italia, 2000), nonché film di Gurinder Chadha, Fatih Akin, Aki Kaurismäki e Mathieu Kassovitz. L’analisi ha mostrato la metamorfosi avvenuta nelle forme di rappresentazione dell’identità, anche in rapporto all’idea di “identità rizomatica” proposta da Édouard Glissant e con la “multiple occupancy” recentemente teorizzata da Thomas Elsaesser. Inoltre, si è sottolineato come le forme di collettività non si declinino più attraverso il linguaggio dell’”appartenenza” ma in rapporto alla ripresa delle teorie sulla tolleranza, la simpatia e il rispetto proposte da Emmanuel Lévinas e Paul Ricoeur. Grazie a queste dinamiche comuni nella rappresentazione, il cinema europeo contemporaneo può essere considerato in una prospettiva transnazionale, che oltrepassa i confini identitari nazionali e può essere messo in relazione con i flussi globali. Anche in relazione ad alcune riflessioni sul cinema postmoderno, si può notare infine come il cinema in Europa (e non solo) abbia sviluppato una sorta di “retorica della molteplicità”, in grado di mettere in scena gli immaginari ibridi della contemporaneità.