Lupo e ungulati selvatici: rapporti predatore-preda in un'area mediterranea

Negli ultimi decenni il lupo Canis lupus ha ricolonizzato gran parte del suo areale originario in Italia. Considerando il ruolo ecologico di questo predatore apicale, nonché il relativo potenziale conflitto con attività antropiche come p.es. la pastorizia, la valutazione dei rapporti che esso instau...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: RIGGIO, CHIARA
Other Authors: Luschi, Paolo, Ferretti, Francesco
Format: Text
Language:Italian
Published: Pisa University 2021
Subjects:
Suo
Online Access:http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10112021-204828/
Description
Summary:Negli ultimi decenni il lupo Canis lupus ha ricolonizzato gran parte del suo areale originario in Italia. Considerando il ruolo ecologico di questo predatore apicale, nonché il relativo potenziale conflitto con attività antropiche come p.es. la pastorizia, la valutazione dei rapporti che esso instaura con le prede selvatiche ha significative implicazioni sia dal punto di vista ecologico, sia dal punto di vista gestionale. L’obiettivo del mio lavoro di tesi è stato quello di indagare le relazioni tra il lupo e le sue principali prede selvatiche (daino Dama dama, il capriolo Capreolus capreolus e il cinghiale Sus scrofa) in un'area mediterranea recentemente ricolonizzata dal predatore, il Parco Regionale della Maremma (GR). Tra ottobre 2019 e marzo 2020 ho analizzato la dieta del lupo, tramite la valutazione del contenuto di campioni fecali raccolti sul campo (N=386), e i rapporti spazio-temporali tra predatore e preda, indagati mediante fototrappolaggio. L’alimentazione del lupo si è basata essenzialmente su prede selvatiche, in particolar modo cinghiale e daino, con frequenze assolute pari a 43.1% e 27.7% rispettivamente, seguiti da meso-mammiferi (9.9%) e capriolo (6.5%). Il bestiame (vitelli) è stato particolarmente utilizzato durante il mio periodo di studio (FA: 18.6%) rispetto ai 3 anni precedenti (in cui aveva mostrato frequenze inferiori al 2%), ma sempre con minor frequenza rispetto alle prede selvatiche. Rispetto a studi precedenti (2016-2018), i risultati hanno indicato un decremento dell'utilizzo del daino (che rappresentava la principale preda del lupo) e un incremento dell'uso del cinghiale. L’analisi dei filmati ottenuti tramite il fototrappolaggio (lupo: N = 435; daino: N = 1435; cinghiale: N = 1416; capriolo: N = 63) ha evidenziato ritmi di attività locomotoria prevalentemente notturni per lupo e cinghiale, con un elevato coefficiente di sovrapposizione interspecifica (∆₄=0.90). Livelli di sovrapposizione inferiori sono stati rilevati tra lupo e daino (∆₄=0.53), il quale ha presentato ritmi di ...