Biomarkers di esposizione a xenobiotici in specie ittiche di acque temperate ed antartiche

Gli organismi, in tutti i comparti ambientali e in particolar modo negli ecosistemi acquatici, sono esposti ad una serie di contaminanti (xenobiotici) o miscele di essi che possono manifestare il loro effetto tossico a differenti livelli dell’organizzazione biologica: a livello biochimico-cellular...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Di Bello, Domenica
Other Authors: Pretti, Carlo
Format: Text
Language:Italian
Published: Pisa University 2007
Subjects:
Online Access:http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-07122007-164535/
Description
Summary:Gli organismi, in tutti i comparti ambientali e in particolar modo negli ecosistemi acquatici, sono esposti ad una serie di contaminanti (xenobiotici) o miscele di essi che possono manifestare il loro effetto tossico a differenti livelli dell’organizzazione biologica: a livello biochimico-cellulare questi effetti possono essere misurati attraverso l’impiego di biormarkers, misurazioni in cellule o in tessuti che indicano le modificazioni biochimiche o cellulari dovute alla presenza di agenti tossici. Gli effetti ai livelli gerarchici alti (organismo, popolazione), sono spesso preceduti da cambiamenti antecedenti a questi ultimi che tuttavia possono essere rilevati precocemente prima che gli effetti tossici abbiano raggiunto target critici attraverso i biomarkers, che possono essere così considerati precoci segnali di allarme. Lo scopo della presente ricerca ha riguardato la valutazione dell’effetto di composti xenobiotici, appartenenti alla classe dei cosiddetti “endocrine disruptors†e degli idrocarburi poliaromatici, in specie ittiche (allevate ed allo stato selvatico) attraverso l’analisi di biomarkers di esposizione. Le specie oggetto dello studio sono state la spigola (Dicentrarchus labrax), una specie eurialina largamente utilizzata a scopo zootecnico ed una specie antartica tipica degli ambienti estremi, il Trematomus bernacchii. Il sistema endocrino degli organismi è esposto ad una grande varietà di sostanze naturali di provenienza industriale che possono interferire con il sistema riproduttivo e creare effetti avversi, come l’alterazione dei sistemi enzimatici metabolizzanti gli xenobiotici. La prima parte dello studio ha riguardato gli effetti in vivo dell’esposizione a un estrogeno naturale (17β-estradiolo: E2), ad uno xenoestrogeno (4-nonilfenolo: NP, tensioattivo non ionico) e ad un anti-estrogeno (3,3’,4,4’,5-pentaclorobifenile: PCB 126) sugli enzimi epatici di fase I dipendenti dal citocromo P450 (CYP) e di fase II in spigole adulte di sesso maschile. Il trattamento con E2 ha ...