Biomarkers di esposizione a xenoestrogeni in specie ittiche

Numerosi studi hanno evidenziato l’esistenza di un ampio gruppo di sostanze che, mimando l’effetto degli ormoni endogeni, possono interferire con le funzioni endocrine. Tra queste sostanze figurano gli estrogeni ambientali, o xenoestrogeni, composti molto diffusi in diversi ambienti come consegu...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Meucci, Valentina
Other Authors: Mengozzi, Grazia, Intorre, Luigi
Format: Text
Language:Italian
Published: Pisa University 2006
Subjects:
Online Access:http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06202006-102214/
Description
Summary:Numerosi studi hanno evidenziato l’esistenza di un ampio gruppo di sostanze che, mimando l’effetto degli ormoni endogeni, possono interferire con le funzioni endocrine. Tra queste sostanze figurano gli estrogeni ambientali, o xenoestrogeni, composti molto diffusi in diversi ambienti come conseguenza di numerose attività antropiche. Modificazioni del sistema endocrino correlate con la riproduzione e con il differenziamento sessuale producono gravi alterazioni negli equilibri naturali, infatti, gli interferenti endocrini sono considerati buoni candidati per spiegare il declino di popolazioni naturali di pesci ed anfibi. Nello studio dei possibili effetti degli interferenti endocrini una priorità è senza dubbio l’identificazione di biomarkers. I biomarkers nel monitoraggio ambientale sono importanti ed utili strumenti per analizzare lo stato di “salute†di un ecosistema. Negli anni sono stati sviluppati e utilizzati vari biomarkers, con particolare interesse verso quelli indicanti l’esposizione ad inquinanti xenoestrogeni. Nelle specie ovipare, come i pesci, questi biomarkers sono rappresentati dalla concentrazione plasmatica degli ormoni steroidei, da alterazioni dei caratteri sessuali secondari, da un alterato rapporto maschi femmine e dall’induzione della VTG e delle Zrp nel plasma. In questa tesi sono presentati i risultati ottenuti in studi sperimentali in due specie di teleostei la spigola (Dicentrarchus labrax) e il salmone (Salmo salar). Questo lavoro, svolto mediante tecniche immunochimiche (Western blot, ELISA) e molecolari (real time RT-PCR), ha consentito di valutare le risposte biologiche indotte dall’ormone naturale E2 e da una sostanza estrogeno simile comunemente presente nell’ambiente come il NP. L’effetto è stato analizzato attraverso l’uso di biomarkers classici per i composti estrogeno-simili come la VTG e le Zrp. In questo studio sono stati anche valutati quali nuovi potenziali biomarkers, i due isotipi di ER e dell’aromatasi la cui espressione è modulata da inquinanti ...