RICERCA IN PROTISTI MARINI DI BATTERIOFAGI PER IL TRATTAMENTO DI INFEZIONI DA CEPPI BATTERICI MULTIRESISTENTI

Il presente lavoro di tesi rientra in un progetto approvato dall’Ateneo di Pisa (PRA 2020), volto alla ricerca di fagi litici da sperimentare contro ceppi batterici patogeni multiresistenti. I fagi, virus che non hanno alcuna affinità per le cellule eucariotiche, rappresentano una possibile alternat...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: CASTELLO, GIULIA
Other Authors: Nieri, Paola, Di Giuseppe, Graziano
Format: Text
Language:Italian
Published: Pisa University 2021
Subjects:
Online Access:http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-06142021-133352/
Description
Summary:Il presente lavoro di tesi rientra in un progetto approvato dall’Ateneo di Pisa (PRA 2020), volto alla ricerca di fagi litici da sperimentare contro ceppi batterici patogeni multiresistenti. I fagi, virus che non hanno alcuna affinità per le cellule eucariotiche, rappresentano una possibile alternativa alla terapia convenzionale. Fra i vantaggi, rispetto alla terapia antibiotica, vi è la specificità d’azione con cui tali virus agiscono. Tuttavia, l’applicazione della terapia fagica presenta ancora numerose difficoltà da affrontare soprattutto per quel che riguarda la farmacocinetica, l’attivazione del sistema immunitario, il manifestarsi di resistenza e la stessa specificità d’azione, che a volte può rivelarsi un limite. Essendo i fagi presenti in molti ecosistemi, anche i protisti possono rappresentarne una fonte. A tal proposito, una parte della ricerca di nuovi fagi è svolta proprio all’interno di alcuni protisti del genere Euplotes. È stata realizzata una coltura di un ceppo di protista ciliato marino antartico appartenente alla specie Euplotes petzi, riportato in letteratura avere dei batteri endosimbionti del genere Francisella. Questi ultimi possono ospitare dei virus procariotici in forma di profago, ovvero in uno stato latente, caratterizzato dall’inserimento del genoma del fago nel cromosoma batterico, per mezzo del quale il profago si riproduce. Lo studio proseguirà, successivamente, tentando di attivare eventuali profagi tramite esposizione a luce UV, a cui seguirà l’isolamento. I fagi isolati saranno posti in vitro con l’ospite batterico, in co-coltura con altri ceppi batterici, per favorire un’eventuale evoluzione naturale dei virus , volta ad espanderne lo spettro d’azione. Infine, i fagi verranno testati per la capacità replicativa e litica in ceppi batterici resistenti.