Summary: | Con il termine “inquinanti organici” si intende un gruppo di sostanze organiche tossiche, persistenti, bioaccumulabili e disponibili al trasporto per lunghe distanze dal proprio punto di origine. La contaminazione su scala globale è legata alle proprietà chimico-fisiche di questi composti: molti inquinanti sono resistenti alla degradazione chimica e biologica e persistono nel suolo, nelle acque e persino negli organismi viventi per molto tempo. D’altra parte, considerata l’estrema lipofilicità di queste sostanze, il bioaccumulo risulta senza dubbio favorito. Sebbene i livelli più elevati di inquinamento ambientale siano generalmente riscontrati in prossimità dei punti di rilascio, il problema è diventato ormai ubiquitario.Le regioni polari, a dispetto della lontananza dalle attività antropiche, non sono immuni da questo inquinamento. Al contrario, le basse temperature che caratterizzano tali zone e la conseguente limitata velocità metabolica degli organismi determinano un sostanziale accumulo dei contaminanti organici. Il presente lavoro si inserisce proprio in questo contesto, in quanto frutto di una collaborazione interna al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale con la Prof.ssa S. Giannarelli, che partecipa ad un progetto del PNRA - Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Scopo di questo lavoro di tesi è valutare le interazioni di due idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e due pesticidi carbammati con biosubstrati naturali (DNA e siero albumina bovina) e approfondire lo studio della loro tossicità misurandone la tendenza ad essere adsorbiti su sistemi micellari e liposomi di diversa natura, i quali rappresentano un modello semplificato di membrane biologiche.
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