“Three-dimensional study of the atmospheric heating rate from Equator to the Arctic”

Il cambiamento climatico è un fenomeno globale, ma il tasso di riscaldamento in Artico è fino a 3-4 volte più veloce. Questo fenomeno, noto come Amplificazione Artica (AA), è indotto da feedbacks positivi. Le cause non sono ancora del tutto chiare. Oltre ai feedback interni, anche fattori estern...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: LOSI, NICCOLO'
Other Authors: Losi, N, CITTERIO, SANDRA, FERRERO, LUCA
Format: Doctoral or Postdoctoral Thesis
Language:English
Published: Università degli Studi di Milano-Bicocca 2024
Subjects:
Online Access:https://hdl.handle.net/10281/477059
Description
Summary:Il cambiamento climatico è un fenomeno globale, ma il tasso di riscaldamento in Artico è fino a 3-4 volte più veloce. Questo fenomeno, noto come Amplificazione Artica (AA), è indotto da feedbacks positivi. Le cause non sono ancora del tutto chiare. Oltre ai feedback interni, anche fattori esterni, come il trasporto di energia verso il polo (PET), contribuiscono all’AA. I meccanismi che scaldano in via preferenziale le alte latitudini inibiscono il PET atmospferico, mentre quelli che scaldano prevalentemente le latitudini inferiori lo inducono. Tra questi ultimi rientrano gli aerosols, il cui ruolo è uno degli aspetti meno chiari. Esso è dovuto ad un interplay di effetti locali e remoti. In particolare, i light absorbing aerosols (LAA) interagiscono direttamente con la radiazione solare, esercitando un forcing positivo. Il loro forcing locale è attivo in Artico nel periodo in cui la luce solare è presente. Inoltre, le loro concentrazioni alle latitudini inferiori possono indurre un surplus di energia (calore) che è poi trasportat verso nord. La domanda principale quindi è: quale dei due effetti è predominante nell’ influenzare il clima artico? La maggior parte degli studi attuali sono modellistici. Per questo motivo abbiamo partecipato a 5 campagne a bordo di navi da ricerca (3 estive tra Danzica e l’Artico, 1 invernale nel Baltico ed 1 invernale nel Nord Atlantico tropicale), così da determinare le proprietà dell’aerosol ed il forcing diretto dei LAA (in termini di heating rate, HR) a latitudini differenti, tramite un metodo del tutto sperimentale. Abbiamo trovato chiare differenze latitudinali (in termini di composizione chimica dell’aerosol) muovendoci verso nord ed allontanandoci dagli insediamenti umani. All’interno dell’Artico, la minore influenza antropica è stata trovata ad est e a nord delle Svalbard, mentre Longyearbyen si è rivelato essere un hotspot emissivo importante. C’è un chiaro trend latitudinale negativo nelle concentrazioni di eBC. Questo, unitamente ad un decremento della ...