Nuovo protocollo riabilitativo dopo intervento di protesi totale di caviglia nel paziente emofilico: caso clinico preliminare

Nuovo protocollo riabilitativo a seguito di artroplastica totale della caviglia in pazienti emo- filici: caso clinico preliminare - Barbieri V [1], Rebagliati GAA [1], Russo G [1], Ulivieri FM [2], Previtera AM [1]. [1] Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli...

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Bibliographic Details
Main Authors: Valentina Barbieri, G. A. A. Rebagliati, G. Russo, F. M. Ulivieri, A. M. Previtera
Other Authors: V. Barbieri, G.A.A. Rebagliati, F.M. Ulivieri, A.M. Previtera
Format: Conference Object
Language:Italian
Published: 2019
Subjects:
Online Access:http://hdl.handle.net/2434/695771
Description
Summary:Nuovo protocollo riabilitativo a seguito di artroplastica totale della caviglia in pazienti emo- filici: caso clinico preliminare - Barbieri V [1], Rebagliati GAA [1], Russo G [1], Ulivieri FM [2], Previtera AM [1]. [1] Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli studi di Milano. [2] Bone Metabolic Unit, Uo Medicina Nucleare, IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano. - L’artropatia emofilica in stadio terminale si presenta come non responsiva ai trattamenti conserva- tivi e comporta un dolore di difficile controllo, grave deterioramento delle articolazioni interessate e significative disabilità. Le articolazioni più colpite sono gomiti, ginocchia e caviglie [1]. Per quanto riguarda l’artropatia di caviglia, il trattamento chirurgico è ad oggi rappresentato prin- cipalmente da due tecniche: l’artrodesi di caviglia (AA), efficace nel ridurre il dolore e la frequenza degli episodi di emartro, con tuttavia perdita di mobilità e possibile sovraccarico delle altre artico- lazioni dell’arto inferiore (con occasionale necessità di ulteriori correzioni chirurgiche) [3] e l’artro- plastica di caviglia (TAR), che presenta il vantaggio di conservare la mobilità, ma è gravata da un maggior numero di complicanze, tra cui mobilizzazione asettica e infezioni dovute alla scarsa qualità ossea nella sede di impianto [2,3]. Nel breve termine, entrambe le opzioni portano a sollievo dal dolore [2,3]. Le misure di outcome della TAR, per quanto parziali [2], sono incoraggianti, spaziando dal sollievo dal dolore alla migliorata mobilità nella maggior parte dei casi [3]. Al contrario, la ge- stione post- operatoria presenta aspetti controversi a causa dell’alto tasso di complicanze precoci e della necessità di cure multidisciplinari. Non esiste al momento un univoco standard di cura riabi- litativo che consenta di monitorare e ottimizzare il processo di guarigione. Per questo motivo è stato proposto un nuovo protocollo sperimentale di riabilitazione precoce, volto alla ...