Lingue senza consonanti bilabiali

La presenza di consonanti nei punti d’articolazione velare, alveolare e bilabiale sembra rappresentare la base della costituzione di un sistema consonantico e viene descritta da diversi autori, secondo svariati approcci. Ciononostante sono presenti in letteratura, seppur in maniera piuttosto sporadi...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: CARCHIA, MARCO
Other Authors: Carchia, Marco, CORINO, ELISA, MARELLO, CARLA
Format: Doctoral or Postdoctoral Thesis
Language:Italian
Published: Università degli studi di Genova 2021
Subjects:
Online Access:http://hdl.handle.net/11567/1035364
https://doi.org/10.15167/carchia-marco_phd2021-01-27
Description
Summary:La presenza di consonanti nei punti d’articolazione velare, alveolare e bilabiale sembra rappresentare la base della costituzione di un sistema consonantico e viene descritta da diversi autori, secondo svariati approcci. Ciononostante sono presenti in letteratura, seppur in maniera piuttosto sporadica, riferimenti all’esistenza di lingue con una completa assenza di consonanti bilabiali, soprattutto da parte di autori dediti allo studio delle lingue native americane. Questo fa sì, pertanto, che la presenza di bilabiali non possa essere considerata un universale linguistico ma piuttosto una tendenza linguistica universale, che ammette , quindi, eccezioni. I riferimenti portati finora osservano il fenomeno da una prospettiva puramente sincronica, escludendo in tal modo, non soltanto le lingue estinte, ma anche quelle che hanno avuto un’assenza completa dei fonemi in questione in un momento lontano della propria storia, inserendoli successivamente nel proprio sistema consonantico. Sulla base di questo retroterra e di quanto emerso dal materiale consultato, la tesi si sviluppa principalmente sui tre seguenti punti. 1) La mappatura di tutte le lingue e famiglie linguistiche parlate o estinte, interessate in un qualsiasi momento della loro storia dal fenomeno, fornendo informazioni sulla distribuzione, genealogia e fonologia, con particolare attenzione, ovviamente, all’assenza di bilabiali. Questo primo obiettivo comprende anche una mappa digitale delle lingue, creata con l’utilizzo del software QGIS. 2) L’attribuzione di una completa assenza di bilabiali a quelle proto-lingue, la cui ricostruzione presentava punti oscuri proprio in merito a tali fonemi, nonché una mancanza di unanimità fra i diversi autori che le hanno studiate. Questo secondo obiettivo è stato perseguito principalmente attraverso studi tipologici. 3) Una descrizione delle caratteristiche della manifestazione del fenomeno secondo l’analisi delle diverse lingue e famiglie interessate e una ricerca della spiegazione delle cause che ne sono alla base. ...