Tra archeozoologia, paleobalistica e antropologia. Lettura degli impatti delle armi da getto epigravettiane su resti faunistici nel Tardoglaciale dell’Italia nord-orientale

In archeozoologia, l’acquisizione delle risorse animali è da sempre ricostruita grazie alle evidenze tafonomiche legate al processamento delle carcasse dopo la morte dell’animale, mentre poche sono le informazioni desumibili sulle modalità di predazione. Diversamente, questo lavoro utilizza la morfo...

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Bibliographic Details
Main Author: NANNINI, Nicola
Other Authors: Nannini, Nicola, PERESANI, Marco
Format: Doctoral or Postdoctoral Thesis
Language:Italian
Published: Università degli studi di Ferrara 2018
Subjects:
Online Access:http://hdl.handle.net/11392/2487974
Description
Summary:In archeozoologia, l’acquisizione delle risorse animali è da sempre ricostruita grazie alle evidenze tafonomiche legate al processamento delle carcasse dopo la morte dell’animale, mentre poche sono le informazioni desumibili sulle modalità di predazione. Diversamente, questo lavoro utilizza la morfometria 3D nello studio delle superfici ossee archeologiche proprio con l’intento di ricostruire le armi e le strategie venatorie adottate in due siti tardo-epigravettiani per la caccia all’orso bruno e alla marmotta. La ricerca di criteri diagnostici per l’identificazione delle lesioni ossee da impatto è un campo di indagine di recente sviluppo. Questo lavoro vuole quindi fornire dati comparativi per l’identificazione di tali lesioni su ossa archeologiche di mammiferi di media e piccola taglia. A Riparo Cornafessa (Ala, TN), la lesione identificata è un drag su costola di Ursus arctos con associati diversi frammenti litici. L’interpretazione dei dati fa presupporre che la lesione sia stata prodotta da un proiettile composito, rappresentando dunque la prima prova diretta di caccia all’orso tramite arco e frecce. La caccia specializzata alla marmotta è testimoniata da migliaia di ossa rinvenute nelle Grotte di Pradis (Clauzetto, PN). Basandoci sui dati sperimentali, è stato possibile identificare 9 drag e due possibili puncture, che confermano la predazione di questo animale attraverso l’uso di arco e frecce, arricchendo l’attuale dibattito sulle modalità di caccia ai piccoli mammiferi durante il Tardoglaciale. In Zooarchaeology, the acquisition of animal resources has always been reconstructed thanks to the taphonomic evidence related to the processing of animal carcasses after their death, while few information is available on the methods of predation. Otherwise, this work applies 3D morphometry to the study of archaeological bone surfaces in order to reconstruct weapons and hunting strategies adopted in two Late Epigravettian sites for the hunting of brown bear and marmot. The search for diagnostic criteria useful ...