Studio di metaboliti bioattivi da batteri associati a poriferi antartici e da alghe marine

L'improprio ed incontrollato uso degli antibiotici verso i batteri patogeni ha favorito l'insorgenza dei ceppi Multi-Drug Resistant, da cui deriva l urgenza di trovare antibiotici alternativi a quelli già in uso. Recentemente l interesse di molti studiosi è sempre più rivolto alla ricerca...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Prato, Oleana Olga
Format: Doctoral or Postdoctoral Thesis
Language:unknown
Published: Università di Catania 2016
Subjects:
Usi
Online Access:http://hdl.handle.net/10761/4009
Description
Summary:L'improprio ed incontrollato uso degli antibiotici verso i batteri patogeni ha favorito l'insorgenza dei ceppi Multi-Drug Resistant, da cui deriva l urgenza di trovare antibiotici alternativi a quelli già in uso. Recentemente l interesse di molti studiosi è sempre più rivolto alla ricerca di nuove fonti di molecole bioattive e l oceano rimane una fonte ancora poco esplorata di molecole biologicamente attive; la maggior parte delle sostanze marine con attività biologica sono prodotte da invertebrati come poriferi, cnidari, briozoi e nudibranchi, vertebrati come le ascidie, da vegetali quali le alghe e da alcuni sistemi di microrganismi, quali quelli marini, gli estremofili, i simbionti, produttori di metaboliti secondari prodotti per la difesa verso condizioni ambientali non ottimali. La competizione tra microrganismi colonizzatori degli ambienti estremi, come quelli antartici, si prospetta essere un nuovo e promettente orizzonte di ricerca. Lo studio è stato condotto su 833 ceppi batterici isolati da 52 esemplari di Poriferi antartici della Collezione Italiana di Batteri Antartici (CIBAN) da cui dopo un preliminare screening dell attività inibitoria, sono stati estratti da alcuni ceppi molecole ad attività inibitoria, polisaccaridi e pigmenti di cui è stata testata l attività antimicrobica. La percentuale di ceppi antartici attivi nei confronti di almeno un microrganismo bersaglio (19,4 %) è apparsa comparabile con quelle riportate in letteratura riguardanti batteri associati a spugne dei mari temperati o tropicali, per quanto riguarda le conoscenze pregresse sull attività antibiotica di ceppi antartici, la percentuale di batteri attivi determinata nel presente studio è apparsa superiore a quella riportata. Pseudoalteromonas sp., Psychrobacter sp. e Arthrobacter sp. sono le specie che hanno mostrato maggiore attività antibatterica. Nessuna attività antivirale è stata osservata dagli estratti polisaccaridici. La poco conoscenza e nuovi promettenti dati in letteratura suggeriscono di ampliare le ricerche verso tali microrganismi. In linea con la ricerca di sostanze di natura antimicrobica da organismi marini, l attenzione durante il corso di studi si è spostata anche ad altri organismi produttori di polisaccaridi solfati : le alghe, di cui si sta valorizzando la coltivazione per diversi usi, e di cui recenti studi hanno dimostrato il potenziale antivirale. Sette campioni rappresentativi le tre divisioni macroalgali sono state scelte nel seguente studio: Agardhiella sp., Gracilaria sp. e Hypnea musciformis, Chaetomorpha sp. e Ulva lactuca, Padina pavonica e Halopteris filicina. Talli freschi sono stati raccolti tra i mesi di maggio e di luglio nelle coste della Sicilia Nord- Orientale, essiccati o liofilizzati e sottoposti ad estrazione con etanolo. I prodotti sono stati testati per il potenziale antimicrobico. Non è stata osservata alcuna attività antivirale, bensì antibatterica verso batteri Gram-positivi ed antifungina verso C. albicans. Le poche specie prese in esame in questo studio e la possibilità di modificare la solfatazione dei polisaccaridi aumentandone la bio-attività dovrebbe stimolare la ricerca in questo settore.