Storia di armadillo, storia di Lince. Identità e opposizione in un rituale kichwa dell’Alta Amazzonia peruviana

In this paper I want to analyze a problematic aspect of the Carachupeada dance of the kichwa Native Community, named Wayku (Peruvian Amazon). This ritual generates a confusion around two opposing concepts: some young people, dressed with plátano leaves, seem to symbolize (at the same time) the armad...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Volpi, Laura
Format: Article in Journal/Newspaper
Language:Italian
Published: Dipartimento delle Arti visive - performativ- Alma Mater Studiorum - Università di Bologna 2019
Subjects:
Online Access:https://antropologiaeteatro.unibo.it/article/view/10101
https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/10101
Description
Summary:In this paper I want to analyze a problematic aspect of the Carachupeada dance of the kichwa Native Community, named Wayku (Peruvian Amazon). This ritual generates a confusion around two opposing concepts: some young people, dressed with plátano leaves, seem to symbolize (at the same time) the armadillo prey (carachupa) and the hunter. Moreover, several children represent dogs and carachupa puppies. Through some reflections presented by Claude Levi-Strauss in the essay The Story of Lynx, I’ll give a possible solution based on the philosophical sources of Amerindian dualism. I’ll also theorize the concept of fluidity, as an interpretative model of unstable human beings. Con il seguente paper mi propongo di analizzare un aspetto problematico del rituale della Carachupeada messo in scena da alcuni giovani kichwa della Comunità Nativa Wayku (alta amazzonia peruviana). Si tratta dell’apparente confusione generata intorno a due concetti opposti: i giovani, ricoperti con foglie di plátano, sembrano prendere contemporaneamente le sembianze della preda-armadillo (carachupa) e del cacciatore. Parallelamente diversi bambini vengono descritti come cani da caccia e cuccioli di carachupa. Attraverso alcune riflessioni presentate da Claude Levi-Strauss nel saggio Storia di Lince, si vuole offrire una possibile soluzione risalendo alle fonti filosofiche del dualismo amerindio. Ciò permette di individuare alcune chiavi di lettura utili a teorizzare il concetto di fluidità, inteso non soltanto come caratteristica intrinseca del confine della corporeità indigena, ma anche come modello interpretativo di una concezione di essere umano perpetuamente instabile.