"Common Heritage of Mankind": il caso dell’Antartide

Questo articolo esamina la disciplina internazionale dei beni comuni a partire dai trattati antartici e delle analogie che essi presentano con il regime internazionale dell’Alto mare e dello Spazio esterno. L’attuale assetto legislativo, improntato sul principio di differenza di John Rawls, ha scora...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: TINCANI, Persio
Other Authors: Tincani, Persio
Format: Article in Journal/Newspaper
Language:Italian
Published: Università degli Studi di Palermo 2013
Subjects:
Online Access:http://hdl.handle.net/10446/29898
http://www.dirittoequestionipubbliche.org/
Description
Summary:Questo articolo esamina la disciplina internazionale dei beni comuni a partire dai trattati antartici e delle analogie che essi presentano con il regime internazionale dell’Alto mare e dello Spazio esterno. L’attuale assetto legislativo, improntato sul principio di differenza di John Rawls, ha scoraggiato le iniziative di sfruttamento delle risorse comuni, con la conseguenza di paralizzarne la distribuzione. Una ridefinizione del concetto di “bene comune” incentrata sulla titolarità da parte dei singoli individui, e che accantoni il più possibile la mediazione degli Stati, può indicare una strada promettente per il superamento dell’attuale situazione di stallo. This paper focusses on the international legislation on common goods, beginning the analysis of the Antarctic Treaties, in comparisons with the international law concerning Deep Sea and Outer Space. The present legislation, based on John Rawls’ Difference Principle, discouraged any entrepreses to exploit common resources, and consequently hampered their distribution. A redefinition of the concept of “common good", now based on the ownership by single individuals, thus setting apart as much as possible the mediation of the State, could suggest the way to overcome this stalemate situation.