Violenza agli animali e violenza agli umani: analogie e differenze

In the last few decades the studies that have been carried out on the phenomenon of human violence have more and more frequently considered human violence against animals within the same theoretical framework. This new broad perspective has been particularly beneficial for several reasons, among whi...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Pagani, Camilla
Format: Conference Object
Language:English
Published: 2011
Subjects:
Ora
Online Access:http://puma.isti.cnr.it/dfdownloadnew.php?ident=cnr.istc/cnr.istc/2011-B3-002
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Description
Summary:In the last few decades the studies that have been carried out on the phenomenon of human violence have more and more frequently considered human violence against animals within the same theoretical framework. This new broad perspective has been particularly beneficial for several reasons, among which a new and stronger attempt to better identify and analyse the motivations of violence, a renewed and enlarged debate on the concept of violence, and a new stimulus to consider also those affective and cognitive processes that can be defined as opposed to violence, such as empathy, love, and compassion, within a comprehensive perspective, which includes both humans and animals. Suffice it to mention a special issue, published in 2009, of the Journal of Social Issues, entirely dedicated to human-animal interactions, an issue of the Behavioral and Brain Sciences dedicated to violence and published in 2006 with a paper by Rowan on animal abuse, and the handbook Understanding Prejudice and Discrimination (New York: McGraw-Hill, 2003), edited by Scott Plous, which contains an Appendix entitled "Animal as an outgroup". Finally, in the international conference I am organizing "The Seville Statement on Violence: twenty-five years later" (Rome, 22-25 September 2011, www.istc.cnr.it/cica), both Frank R. Ascione and I will address the issue of human violence against animals. Concepts like power, competition and relationship with diversity are now being used in the analysis of human violence both against humans and animals. Other concepts that have for a long time been traditionally used in social psychology, like ingroup/outgroup, contact, prejudice, and social dominance orientation, as far as interhuman relations are concerned, have now begun to be used also in the study of human-animal relations. The conflicted, arbitrary, and inconsistent aspects of humans' relationships with animals have been underlined, but scholars have also indicated that in the various cultures also the conceptions of interhuman relations are conflicted, arbitrary, and inconsistent. Thus, the analogies between violence against humans and violence against animals are not only numerous, but are actually inherent in the concept of violence itself, considered as an abuse perpetrated on the weaker. The only difference between the two kinds of violence probably relates to the fact that humans are, in proportion, more cruel towards animals than towards their conspecifics, since humans are more capable to defend themselves. The effects of educational interventions aiming to countervail violence against animals are much broader, since, at least in their essential aspects, they can also improve interpersonal relations as well as humans' relationships with the rest of the planet. Indeed, from a psychological point of view the logical structure of that complex process which is constituted by the understanding of others is always the same, whether we refer to the understanding between men and women, the old and the young, the poor and the rich, the Inuits and Khoikhoi or between humans and animals (Robustelli, 2002). Negli ultimi decenni, e con il passare del tempo con una frequenza sempre maggiore, gli studi sul fenomeno della violenza umana nella nostra societ? condotti soprattutto nell'ambito della psicologia sociale, della psicologia clinica, della psicologia dello sviluppo e della sociologia hanno preso in considerazione in un medesimo quadro teorico di riferimento anche la violenza degli umani nei confronti degli animali. Questo ampliamento di prospettiva ? stato particolarmente benefico per numerosi motivi, alcuni dei quali sono certamente l'approfondimento degli sforzi volti a pervenire all'identificazione e all'analisi delle motivazioni della violenza, una rinnovata e pi? ampia discussione sul concetto di violenza, e una nuova sollecitazione a considerare anche processi affettivi e cognitivi che potremmo definire opposti alla violenza, come l'empatia, l'amore e la compassione, in una dimensione globale, che prende quindi in considerazione come oggetto di questi processi sia gli umani che gli animali. Ricordiamo, a titolo esemplificativo, un numero del Journal of Social Issues, uscito nel 2009, totalmente dedicato alle interazioni umani-animali, un numero del Behavioral and Brain Sciences del 2006 dedicato alla violenza con un articolo di Rowan sulla violenza agli animali, e il volume Understanding Prejudice and Discrimination (New York: McGraw-Hill, 2003), curato da Scott Plous, che contiene un'appendice dal titolo "Animals as an outgroup", in cui si fa riferimento al concetto di "outgroup", termine tradizionalmente utilizzato nello studio delle relazioni tra gruppi umani per indicare il gruppo esterno, a cui non si appartiene. Si fa infine presente che nel convegno internazionale che sto organizzando, che si terr? a Roma dal 22 al 25 settembre 2011, dal titolo "The Seville Statement on Violence: twenty-five years later" (www.istc.cnr.it/cica/) verr? presentato ed analizzato, in particolare dal Prof. F. Ascione (University of Denver) e da me, anche il tema della violenza nei riguardi degli animali. Concetti come potere, competizione e rapporto con il diverso sono ora usati nell'analisi della violenza agli umani e della violenza agli animali. Altri concetti, propri della psicologia sociale, come, appunto, ingroup/outgroup, contatto, pregiudizio, e orientamento alla dominanza sociale, usati tradizionalmente nello studio delle relazioni tra i gruppi e in particolare nello studio delle relazioni cross-culturali, vengono ora utilizzati anche nello studio delle relazioni umani-animali. Inoltre, se sono stati sottolineati aspetti conflittuali, arbitrari e incoerenti nelle relazioni degli umani verso gli animali, ? stato anche messo in evidenza come nelle diverse culture le concezioni sulle relazioni interumane siano anch'esse conflittuali, arbitrarie ed incoerenti. Quindi le analogie tra la violenza agli umani e la violenza agli animali non solo sono numerose, ma sono di fatto intrinseche al concetto stesso di violenza, intesa come sopraffazione sul pi? debole. Possiamo quindi affermare che, se esiste una qualche differenza tra i due tipi di violenza, questa pu? unicamente essere legata al fatto che gli umani sono in proporzione pi? crudeli con gli animali che con i loro conspecifici, in quanto gli umani sono in generale pi? in grado di difendersi. Gli interventi educativi tesi a combattere la violenza agli animali hanno un'utilit? molto pi? vasta in quanto, almeno nei loro aspetti essenziali, sono in grado di migliorare anche le relazioni degli umani tra loro e degli umani con il resto del pianeta. Infatti da un punto di vista psicologico la struttura logica di quel complesso processo che ? la comprensione dell' "altro" ? sempre la stessa, che si tratti di comprensione fra donne e uomini, fra vecchi e giovani, fra poveri e ricchi, fra eschimesi e ottentotti o fra esseri umani e animali