Colate detritiche post-incendio in Val di Susa: il caso di Bussoleno

Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti e complesse del nostro tempo, influenzando profondamente gli ecosistemi e le società umane. Gli effetti del riscaldamento globale stanno alterando il clima terrestre, creando condizioni favorevoli per fenomeni come incendi, ritiro de...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: Marina Pirulli, Giulia La Porta, Alessandro Leonardi
Other Authors: Pirulli, Marina, LA PORTA, Giulia, Leonardi, Alessandro
Format: Article in Journal/Newspaper
Language:Italian
Published: SIGEA 2024
Subjects:
Online Access:https://hdl.handle.net/11583/2999297
https://sigea-aps.it/wp-content/uploads/2024/10/GDA_4-2024_supp.pdf
Description
Summary:Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti e complesse del nostro tempo, influenzando profondamente gli ecosistemi e le società umane. Gli effetti del riscaldamento globale stanno alterando il clima terrestre, creando condizioni favorevoli per fenomeni come incendi, ritiro dei ghiacciai e degradazione del permafrost (IPCC, 2021). Gli ambienti alpini sono tra i principali indicatori del cambiamento climatico in atto. Piogge, vento, combustione, disgelo e aumento di eventi pluviometrici estremi favoriscono la mobilitazione di coltri detritiche, la cui disponibilità sui versanti risulta in aumento a causa dei su riportati fattori. La massa divenuta instabile può evolvere in fenomeni dall’elevato carattere distruttivo, come le colate detritiche (Huggel et al., 2012). Sebbene le piogge restino il principale fattore innescante, le colate detritiche possono cambiare rispetto al passato a causa dell’aumento di materiale disponibile, effetto di processi emergenti come l’aumento del numero di incendi nelle aree montane (Garcìa-Ruiz et al., 2015). Nella presente nota viene analizzato l’importante incendio avvenuto in Val di Susa (Piemonte) nell’autunno del 2017, e le conseguenze che ne sono derivate per la stabilità dei versanti colpiti. Iniziato il 22 ottobre, l’incendio ha distrutto migliaia di ettari di bosco e minacciato numerose comunità locali. Alimentato da condizioni meteorologiche particolarmente secche e ventose. La temperatura del mese di ottobre è risultata superiore rispetto alla media registrata nel periodo di riferimento 1971-2000, e ottobre è stato il mese più secco degli ultimi 70 anni. I forti venti hanno inoltre contribuito alla rapida propagazione delle fiamme (ARPA, 2018). Successivamente all’incendio, l’area ha registrato un periodo particolarmente piovoso nella primavera del 2018. A Bussoleno, in particolare, si sono verificati inondazioni e flussi di fango e detriti, che hanno anticipato la colata del 7 giugno. Il bacino di Comba delle Foglie, che si estende per circa ...