Ecologia trofica del microzooplancton
2009/2010 Il microzooplancton (organismi eterotrofi di dimensioni comprese tra 10 e 200 μm) svolge un ruolo fondamentale nei trasferimenti energetici dai produttori primari ai successivi anelli della rete trofica; è il principale predatore del nanoplancton (2-10 µm) e in misura minore (riducendo l’a...
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Università degli studi di Trieste
2011
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ftunivtriest:oai:www.openstarts.units.it:10077/4523 2023-05-15T14:17:02+02:00 Ecologia trofica del microzooplancton Blason, Claudia Fonda, Serena 2011-04-22 http://hdl.handle.net/10077/4523 it ita Università degli studi di Trieste http://hdl.handle.net/10077/4523 urn:nbn:it:units-9078 open Microzooplancton Mediterraneo orientale progetto V.E.C.T.O.R. Ostreopsis Antartide METODOLOGIE DI BIOMONITORAGGIO DELL'ALTERAZIONE AMBIENTALE BIO/07 ECOLOGIA doctoralThesis 2011 ftunivtriest 2023-04-06T15:01:17Z 2009/2010 Il microzooplancton (organismi eterotrofi di dimensioni comprese tra 10 e 200 μm) svolge un ruolo fondamentale nei trasferimenti energetici dai produttori primari ai successivi anelli della rete trofica; è il principale predatore del nanoplancton (2-10 µm) e in misura minore (riducendo l’attività di predazione dei nanoflagellati sulla medesima risorsa), predatore del picoplancton (0.2-2 µm ) nel circuito microbico, nonché consumatore di microfitoplancton di piccole dimensioni e preda del mesozooplancton nella rete trofica classica o“del pascolo”. Pertanto, il microzooplancton rappresenta l’anello di congiunzione tra i due sistemi. Lo scopo della mia ricerca è stato finalizzato a quantificare il flusso di carbonio attraverso la comunità microplanctonica, tramite la predazione del microzooplancton sul comparto microfito-, nano- e picoplanctonico sia autotrofo che eterotrofo; a verificare la selezione delle prede da parte della componente eterotrofa, nonché a quantificare la produzione secondaria (tassi di crescita) del popolamento dei predatori. I campioni analizzati, si riferiscono a quattro stazioni del Mediterraneo orientale V6, V7, Viera e V10 campionate in superficie (-5 metri) durante la campagna oceanografica denominata “Transmediterranean cruise”(estate 2007) che rientra nel progetto V.E.C.T.O.R. (CoNISMa) i cui obiettivi sono volti ad approfondire le conoscenze relative agli impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente marino mediterraneo focalizzando l’attenzione su processi sedimentari, fisici, cicli biogeochimici (ruolo del bacino Mediterraneo nel ciclo globale del carbonio) nonché sulla biodiversità. Per questo lavoro di ricerca, volto a valutare l’impatto della predazione del microzooplancton su un’ampia varietà di prede, si è scelto di utilizzare il metodo delle diluizioni introdotto nel 1982 da Landry ed Hasset, successivamente modificato da Landry et al. (1995) poiché può ormai essere considerato un protocollo standard, che, a differenza delle altre tecniche proposte, è estremamente ... Doctoral or Postdoctoral Thesis Antartide Universita degli Studi di Trieste: OpenstarTs |
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Microzooplancton Mediterraneo orientale progetto V.E.C.T.O.R. Ostreopsis Antartide METODOLOGIE DI BIOMONITORAGGIO DELL'ALTERAZIONE AMBIENTALE BIO/07 ECOLOGIA |
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2009/2010 Il microzooplancton (organismi eterotrofi di dimensioni comprese tra 10 e 200 μm) svolge un ruolo fondamentale nei trasferimenti energetici dai produttori primari ai successivi anelli della rete trofica; è il principale predatore del nanoplancton (2-10 µm) e in misura minore (riducendo l’attività di predazione dei nanoflagellati sulla medesima risorsa), predatore del picoplancton (0.2-2 µm ) nel circuito microbico, nonché consumatore di microfitoplancton di piccole dimensioni e preda del mesozooplancton nella rete trofica classica o“del pascolo”. Pertanto, il microzooplancton rappresenta l’anello di congiunzione tra i due sistemi. Lo scopo della mia ricerca è stato finalizzato a quantificare il flusso di carbonio attraverso la comunità microplanctonica, tramite la predazione del microzooplancton sul comparto microfito-, nano- e picoplanctonico sia autotrofo che eterotrofo; a verificare la selezione delle prede da parte della componente eterotrofa, nonché a quantificare la produzione secondaria (tassi di crescita) del popolamento dei predatori. I campioni analizzati, si riferiscono a quattro stazioni del Mediterraneo orientale V6, V7, Viera e V10 campionate in superficie (-5 metri) durante la campagna oceanografica denominata “Transmediterranean cruise”(estate 2007) che rientra nel progetto V.E.C.T.O.R. (CoNISMa) i cui obiettivi sono volti ad approfondire le conoscenze relative agli impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente marino mediterraneo focalizzando l’attenzione su processi sedimentari, fisici, cicli biogeochimici (ruolo del bacino Mediterraneo nel ciclo globale del carbonio) nonché sulla biodiversità. Per questo lavoro di ricerca, volto a valutare l’impatto della predazione del microzooplancton su un’ampia varietà di prede, si è scelto di utilizzare il metodo delle diluizioni introdotto nel 1982 da Landry ed Hasset, successivamente modificato da Landry et al. (1995) poiché può ormai essere considerato un protocollo standard, che, a differenza delle altre tecniche proposte, è estremamente ... |
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