Ottimizzazione, validazione e applicazione di una procedura per la determinazione di metalli ed altri elementi lungo una carota di sedimento marino dell’Antartide

In questo lavoro di tesi è stata analizzata una carota di sedimenti marini antartici prelevata nel mare di Ross occidentale ad una profondità di 950 m, nella zona di polynia di Baia Terra Nova, in vicinanza del Bacino Drygalski. In primo luogo si può ragionevolmente escludere un’influenza antropica...

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Bibliographic Details
Language:Italian
Published: 2006
Subjects:
Online Access:http://hdl.handle.net/2318/152
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Summary:In questo lavoro di tesi è stata analizzata una carota di sedimenti marini antartici prelevata nel mare di Ross occidentale ad una profondità di 950 m, nella zona di polynia di Baia Terra Nova, in vicinanza del Bacino Drygalski. In primo luogo si può ragionevolmente escludere un’influenza antropica nella composizione dei sedimenti, in base alle seguenti considerazioni: a) i sedimenti provengono da una zona in cui le acque marine non risultano contaminate; b) la maggior parte della carota corrisponde a epoche molto lontane, sicuramente precedenti la rivoluzione industriale, in cui l’influenza dell’uomo sull’ecosistema marino era limitata; c)il campione D0, corrispondente all’epoca più recente di sedimentazione, non mostra concentrazioni più elevate degli analiti, anzi in molti casi è caratterizzato da un contenuto minore di molti metalli rispetto agli strati sottostanti della carota. Si può quindi ipotizzare che la composizione del sedimento derivi da fenomeni biogeochimici naturali. Più in particolare il contributo terrigeno apportato a questi sedimenti è evidenziato dalla correlazione esistente tra elementi tipicamente litogenici quali Al, Mn, Fe, Ti, Mg, mentre quello derivante in prevalenza da fenomeni biologici è individuabile nella correlazione esistente tra Sr e Cu. La parte più vecchia del sedimento (ossia quella che si trova a maggior profondità) è composta da una maggiore percentuale di detriti di origine prevalentemente minerale rispetto alla parte più recente, che, invece, risulta essere caratterizzata da una maggiore percentuale di detriti di origine prevalentemente biologica. Un risultato interessante che emerge dalla PCA e dalla HCA è la possibilità di classificare i campioni a seconda della profondità infatti i campioni corrispondenti a tratti diversi della carota formano gruppi diversi (che riflettono la loro diversa composizione).