Sfide online e fake news. La narrazione mediale dei controversi suicide games

Il capitolo focalizza l’attenzione su un tipo specifico di social media challenge a rischio. Si tratta di quelle pratiche controverse definite “suicide games”, che consistono in sfide che direttamente o indirettamente inviterebbero al suicidio. Anche se non ci sono prove che esistano, la narrazione...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: V. Azzarita, M. Grasso, P. Panarese
Other Authors: Paola Panarese, Azzarita, V., Grasso, M., Panarese, P.
Format: Book Part
Language:Italian
Published: Franco Angeli 2023
Subjects:
Online Access:https://hdl.handle.net/11573/1691894
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author V. Azzarita
M. Grasso
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collection Sapienza Università di Roma: CINECA IRIS
description Il capitolo focalizza l’attenzione su un tipo specifico di social media challenge a rischio. Si tratta di quelle pratiche controverse definite “suicide games”, che consistono in sfide che direttamente o indirettamente inviterebbero al suicidio. Anche se non ci sono prove che esistano, la narrazione che ne hanno fatto i media nel tempo, almeno in Italia, ha alimentato un vero e proprio panico morale (Cohen, 1972) e attivato preoccupazioni e reazioni istituzionali a vari livelli. Lo studio, effettuato con analisi dei casi della Blue Whale, della Momo Challenge e della Jonathan Galindo Challenge e analisi del contenuto di articoli di giornale e servizi di Tg sui tre presunti suicide game, rintraccia la prevalenza di un tono emotivo nella narrazione, il rimando a figure devianti e immaginari inquietanti (Freud, 1919), il frequente riferimento alla partecipazione di giovani (Bennato, 2018) e l’associazione ricorrente tra sfide descritte e casi di cronaca. Ne deriva un trattamento caratterizzato da misinformation (Jack, 2017), la cui costruzione, dettata da logiche di notiziabilità e viralità, non è priva di conseguenze sulla rappresentazione sociale del tema.
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