Summary: | Durante il tirocinio svolto presso il Bjerknes Centre dellâ Università di Bergen (Norvegia) mi sono occupata di ricostruzioni di paleotemperature nel Mar di Norvegia durante lâ Olocene. Nello specifico sono stati analizzati esemplari di Globigerina bulloides (dâ Orbigny, 1826) presenti nella carota di fondo MD95-2011 estratta dal fondale del Vøring Plateau (66.97 °N, 7.64 °E) a largo della Norvegia. G. bulloides è un foraminifero planctonico e il carbonato di calcio (calcite) del suo guscio viene generalmente secreto in equilibrio con lâ ambiente circostante. La composizione del suo guscio riflette quindi le condizioni dellâ acqua in cui la calcite è precipitata (es. temperatura e salinità ). Tre proxy sono stati utilizzati per ricostruire le paleotemperature nellâ intervallo studiato: composizione isotopica dellâ ossigeno (δ18O/16O), composizione isotopica del carbonio (δ13C/12C) e rapporto tra Mg e Ca (Mg/Ca). Le paleotemperature ricostruite grazie a questi proxy mostrano un aumento di temperatura dalla base dellâ Olocene (11.7 ka) fino a 0.5 ka. Questâ aumento di temperatura è stato già osservato in molti studi nel Nord Atlantico che ne confermano quindi lâ attendibilità , ed è spiegato dallâ aumento dellâ insolazione invernale nello stesso periodo. Il primo Olocene (11.7-8 ka) è caratterizzato da un periodo freddo, centrato a 9.1 ka. Questo evento è presente anche in altri record nel Nord Atlantico (Came et al., 2007) e testimonia che il famoso â 8.2 ka eventâ non è lâ unico abbassamento di temperatura di tale portata nel primo Olocene. Nella carota studiata G. bulloides registra nellâ Olocene medio (8-3.6 ka) temperature relativamente stabili mentre i proxy basati su organismi fitoplanctonici (diatomee e alchenoni) evidenziano una fase calda nota come Holocene Thermal Maximum (HTM). Questâ anomalia è spiegata dallâ aumento di insolazione estiva durante lâ Olocene inferiore-medio: il fitoplancton che abita la zona eufotica registra maggiormente i cambiamenti di insolazione rispetto allo ...
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