Point of view: una lettura dispotica delle mappe attraverso i lavori di Damien Hirst

Da quando è nata l'esigenza di descrivere le caratteristiche di un luogo o mostrare come raggiungerlo, sono sempre state un essenziale strumento di comunicazione, dalle carte celesti incise sulla pietra preistorica, ai modellini di legno dei popoli della Groenlandia, dai disegni sul papiro egi...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: Camilla Giulia Barale, Chiara Garofalo
Other Authors: Barale, CAMILLA GIULIA, Garofalo, Chiara
Format: Other/Unknown Material
Language:Italian
Published:
Subjects:
Online Access:https://hdl.handle.net/11567/1146996
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author Camilla Giulia Barale
Chiara Garofalo
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collection Università degli Studi di Genova: CINECA IRIS
description Da quando è nata l'esigenza di descrivere le caratteristiche di un luogo o mostrare come raggiungerlo, sono sempre state un essenziale strumento di comunicazione, dalle carte celesti incise sulla pietra preistorica, ai modellini di legno dei popoli della Groenlandia, dai disegni sul papiro egizio, alle dettagliate cartografie rinascimentali. “Le mappe vengono utilizzate per segnare le cose per ricordare e per dominarle; scegliere un punto di vista è indispensabile, una mappa che non ha un punto di vista è una inutile.” (Falcinelli R.)2 Oggi il concetto di questo strumento è stato sviscerato e reinterpretato perciò è possibile mappare concetti, emozioni, pensieri e legami. Scoprire le mappe significa anche avventurarsi in una terra incognita dove spesso leggenda e verità danno vita a luoghi immaginari che sopravvivono a dispetto del tempo e delle scoperte tecnologiche. Il segno è la componente e al tempo stesso lo strumento della rappresentazione, cartografica. “A mano che le impostazioni si sono evolute, il cartografo si è caratterizzato sempre più per essere un costruttore di segni” (Vallega A.)3 , questo è alla base delle interpretazioni delle mappe è ha doppia funzione da un lato quella di significazione dall’altro di comunicazione.
format Other/Unknown Material
genre Groenlandia
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id ftunivgenova:oai:iris.unige.it:11567/1146996
institution Open Polar
language Italian
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publishDate
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spelling ftunivgenova:oai:iris.unige.it:11567/1146996 2025-01-16T22:15:02+00:00 Point of view: una lettura dispotica delle mappe attraverso i lavori di Damien Hirst Camilla Giulia Barale Chiara Garofalo Barale, CAMILLA GIULIA Garofalo, Chiara In Press https://hdl.handle.net/11567/1146996 ita ita Area 08 https://hdl.handle.net/11567/1146996 #rappresentazione #interpretazione #prospettiva #percezione info:eu-repo/semantics/other ftunivgenova 2024-08-12T23:35:51Z Da quando è nata l'esigenza di descrivere le caratteristiche di un luogo o mostrare come raggiungerlo, sono sempre state un essenziale strumento di comunicazione, dalle carte celesti incise sulla pietra preistorica, ai modellini di legno dei popoli della Groenlandia, dai disegni sul papiro egizio, alle dettagliate cartografie rinascimentali. “Le mappe vengono utilizzate per segnare le cose per ricordare e per dominarle; scegliere un punto di vista è indispensabile, una mappa che non ha un punto di vista è una inutile.” (Falcinelli R.)2 Oggi il concetto di questo strumento è stato sviscerato e reinterpretato perciò è possibile mappare concetti, emozioni, pensieri e legami. Scoprire le mappe significa anche avventurarsi in una terra incognita dove spesso leggenda e verità danno vita a luoghi immaginari che sopravvivono a dispetto del tempo e delle scoperte tecnologiche. Il segno è la componente e al tempo stesso lo strumento della rappresentazione, cartografica. “A mano che le impostazioni si sono evolute, il cartografo si è caratterizzato sempre più per essere un costruttore di segni” (Vallega A.)3 , questo è alla base delle interpretazioni delle mappe è ha doppia funzione da un lato quella di significazione dall’altro di comunicazione. Other/Unknown Material Groenlandia Università degli Studi di Genova: CINECA IRIS
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