Summary: | Il saggio analizza la dinamica “neoplastica” che caratterizza il linguaggio e la struttura narrativa di Horcynus Orca, il romanzo di Stefano D’Arrigo. La «nonsenseria» di D’Arrigo è il riflesso di un mondo percepito come insanabile universale sconvolgimento, come forma della negatività e dell’entropia; è il nonsense funereo che contrassegna le vicende, i personaggi, i loro “giochi del vuoto”, e che si rispecchia e si sviluppa in una dilagante ipertrofia della lingua. Le formazioni nonsensiche di Horcynus Orca sono il prodotto di una quasi ossessiva sensibilità analogica e di un estremo rigore filologico dello scrittore, in cui l’ipervalorizzazione dell’elemento significante, anziché produrre un di più di senso, culmina nello svuotamento di senso – paradossalmente, epifanicamente significante – dell’ecolalia.
|