Riscoperte archeozoologiche di antiche collezioni paleontologiche scavate dalle equipes di Alberto I di Monaco: Homo sapiens Paleolitico alle grotte dell’Observatoire (Giardino esotico, Monaco) e St Martin (Monaco-città, Monaco).

- Grotta dell’Observatoire (Giardino esotico, Monaco): analisi dell’industria su materie dure animali, un oggetto di parure e prime osservazioni archeozoologiche. Presso la Grotta dell’Observatoire un’industria in materie dure animali è descritta da M. Boule e L. De Villeneuve dopo le prime campagn...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: Matteo ROMANDINI, Elena ROSSONI-NOTTER, Olivier NOTTER, Stefano BENAZZI
Other Authors: Matteo ROMANDINI, Elena ROSSONI-NOTTER, Olivier NOTTER, Stefano BENAZZI
Format: Article in Journal/Newspaper
Language:Italian
Published: 2022
Subjects:
C14
Online Access:https://hdl.handle.net/11585/945454
Description
Summary:- Grotta dell’Observatoire (Giardino esotico, Monaco): analisi dell’industria su materie dure animali, un oggetto di parure e prime osservazioni archeozoologiche. Presso la Grotta dell’Observatoire un’industria in materie dure animali è descritta da M. Boule e L. De Villeneuve dopo le prime campagne di scavo (1916-1920) condotte sotto l’egida del Principe Alberto I di Monaco. Questi manufatti provengono da livelli più alti (Gruppo superiore: Foyers G-E, Proto-Aurignaziano e Aurignaziano; Foyers C-A, Gravettiano), e sono stati oggetto negli ultimi anni di una revisione tassonomica, tecnologica e tafonomica. Purtroppo, la quasi totalità di questa industria non possiede ad oggi una esatta indicazione stratigrafica (Boule et Villeneuve, 1927; p. 13 et 101). In generale la lavorazione dell’osso e del palco animale è documentata da oggetti di tipologia ben definita, ottenuti grazie a specifiche tecniche di débitage e façonnage. L’analisi tassonomica rivela che le materie dure animali utilizzate per confezionare degli strumenti, delle armi da getto e un unico oggetto di parure, sono ricavati quasi esclusivamente da elementi anatomici di cervidi (Cervidae indet., Rangifer tarandus e Capreolus capreolus) e in misura minore, di stambecco (Capra ibex); la scelta di questi animali risulta coerente in rapporto all’insieme faunistico. L’analisi tafonomica mostra che gli strumenti in osso e in palco (zagaglie e punteruoli) conservano ancora le tracce della loro lavorazione: nella maggior parte dei casi, si tratta di prodotti finiti, che a volte presentano fratture e abrasioni probabilmente correlate al loro uso. Alcuni artefatti in osso, come i punteruoli, sono ricavati da schegge diafisarie ottenute in seguito alla fratturazione di ossa lunghe. Gli artefatti in palco, così come qualche raro oggetto in osso, sono il risultato di una estrazione diretta e di un façonnage di supporti di forma predeterminata, in seguito rifiniti con fini raschiature ed abrasioni. Un solo oggetto di parure, associato ad una frequentazione ...