La campagna OBS nello Ionio Meridionale: obiettivi e primi dati

Nell’ambito delle attività di monitoraggio sismico che l’INGV effettua in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC) e del progetto europeo NERIES (sottoprogetto NA6), l’INGV ha installato nello Ionio Meridionale, sulla piana batiale che si apre ai piedi della scarpat...

Full description

Bibliographic Details
Published in:Tectonics
Main Authors: D'Anna, G., Amato, A., D'Alessandro, A., Mangano, G.
Other Authors: D'Anna, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia, Amato, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia, D'Alessandro, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia, Mangano, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione ONT, Roma, Italia, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia
Format: Other/Unknown Material
Language:Italian
Published: GNGTS-CNR 2007
Subjects:
OBS
Online Access:http://hdl.handle.net/2122/3222
Description
Summary:Nell’ambito delle attività di monitoraggio sismico che l’INGV effettua in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC) e del progetto europeo NERIES (sottoprogetto NA6), l’INGV ha installato nello Ionio Meridionale, sulla piana batiale che si apre ai piedi della scarpata ibleo-maltese, tre stazioni sismiche da fondo mare (OBS). Esse sono equipaggiate con un sismometro a banda larga (Nanometrics Trillium 120p) e con un sensore differenziale di pressione (Cox-Webb DPG), in grado di rilevare variazioni di 0,1 mm su una colonna d’acqua di 6000m, in un intervallo di frequenze tra 300s e 2 Hz. Le stazioni utilizzate sono i primi tre OBS italiani ad effettuare una campagna di lungo periodo (maggio - ottobre 2007) nei nostri mari. Essi sono stati realizzati dal Centro Nazionale Terremoti presso l’OBS Lab di Gibilmanna nell’ambito della convenzione triennale 2004-2007 tra DPC e INGV e fanno parte del primo pool di otto strumenti attualmente operativo. L’area prescelta (Fig. 1) è di grande interesse scientifico per diversi motivi, tra i quali: i) non esistono dati sismologici sulla struttura della litosfera ionica; ii) non si conoscono il livello e le caratteristiche della sismicità dell’area, che comprende la scarpata ibleo-maltese e il prisma di accrezione dell’arco calabro; iii) infine, si vuole sperimentare il sistema di rilevamento delle onde di pressione in profondità, propedeutico al sistema di allerta tsunami che l’INGV sta progettando per il Mediterraneo in seno all’iniziativa dell’IOC dell’UNESCO, denominata “NEAMTWS” (North-East Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning System). L’area prescelta, distante circa 250 km dalle coste italiane (OBS A2 in Fig. 1), è idonea per la verifica di un allarme tsunami che verrà lanciato dal sistema di monitoraggio sismico mediterraneo nell’eventualità di un forte evento nelle isole ioniche della Grecia (ad es. Creta). In precedenza, dall’analisi dei segnali registrati durante la prima campagna dell’osservatorio sottomarino SN1, ...